L’intelligenza artificiale è ovunque: scrive testi, genera immagini, automatizza processi, risponde ai clienti, analizza dati.
Ma nonostante l’entusiasmo (e il bombardamento mediatico), non sempre l’AI è la risposta giusta.
O meglio: non per tutto, non per tutti, non sempre subito.
In questo articolo facciamo chiarezza su quando conviene davvero usare l’intelligenza artificiale in azienda, e quando invece è meglio affidarsi ancora all’intelligenza umana.
Contenuti di supporto, idee, bozze iniziali
L’AI è ottima per generare spunti per articoli, post social, riassunti o testi base da rifinire.
È perfetta per partire più velocemente, ma serve un controllo umano finale.
Automazione di attività ripetitive
Compilazione dati, email automatiche, classificazione di messaggi: l’AI può ridurre tempi morti e alleggerire il back office.
Nei gestionali su misura, può essere un supporto concreto e silenzioso.
Risposte automatiche su FAQ o documentazione interna
Con un sistema ben addestrato, l’AI può rispondere in tempo reale a domande frequenti.
Utile per il customer care e l’assistenza interna, se ben progettata.
Analisi di grandi volumi di testo o dati
L’AI è efficace nel leggere, classificare e trovare schemi in documenti, conversazioni, ticket o recensioni.
Perfetta per chi ha tanti dati da gestire, ma non il tempo per leggerli tutti.
Comunicazione strategica o istituzionale
Un testo AI può sembrare corretto ma risultare freddo, generico o fuori tono.
Per branding, relazioni pubbliche e comunicazioni importanti, serve ancora il tocco umano.
Decisioni critiche basate su contesto o sensibilità
L’AI non ha buon senso, empatia o responsabilità.
Non distingue legalmente accettabile da eticamente corretto.
Per le scelte delicate, può suggerire, ma la decisione deve restare umana.
Dati sensibili o riservati
Inserire informazioni personali o riservate in strumenti AI pubblici può comportare rischi e violazioni del GDPR.
È consigliabile usare soluzioni AI in ambienti protetti o controllati.
Produzione di contenuti senza revisione
L’AI può “allucinare”, ovvero inventare dati, citazioni o informazioni errate.
Ogni output deve essere verificato, soprattutto se è destinato a clienti o pubblico.
In Edge usiamo l’intelligenza artificiale come strumento operativo, mai come soluzione automatica.
La integriamo in:
la produzione assistita dei nostri contenuti (come questo articolo, scritto a quattro mani),
chatbot nei siti dei clienti,
moduli intelligenti nei gestionali su misura.
Sempre con attenzione, progettazione e obiettivi chiari.
L’AI non sostituisce: potenzia.